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Nasce dal bisogno di riallineare il mio sguardo quotidiano alla bellezza delle colline dove vivo, l’Oltrepò pavese.

Mi chiamo Monica Travini e mi piace definirmi un’artigiana delle conserve. Avete presente sentire il sapore di una pesca o di un pomodoro in pieno inverno? Quell’impressione del tutto effimera ma capace di emozionare? Ecco è questo in fondo quello che faccio: racchiudo in un vasetto fragranze, sapori e croccantezze nel tentativo di raccontare una storia, una stagione e un territorio.

Il mio è un piccolo laboratorio circondato da un orto e un piccolo frutteto. La giornata inizia tra le vicine aziende agricole, dove i contadini mi riservano sempre la frutta e la verdura di stagione appena raccolta (e nelle giornate più fortunate anche qualche frutto antico, come i corbezzoli o i gelsi neri). Vorrei prenderne di più, ma ogni volta cerco di limitarmi per riuscire a trasformare la quantità che riesco a gestire. Poi tutta di filata al laboratorio, dove inizio subito a lavare, sbucciare, tagliare, cuocere. Così nascono le mie confetture, le composte di frutta, le verdure in agrodolce e i sughi. Preparazioni semplici, spesso guidate da antiche ricette della tradizione, oppure talvolta ispirate da più insoliti accostamenti. Ma sempre con poco zucchero e nessun conservante o additivo in aggiunta.

 

In fondo cos’è la cura se non una scelta felice?

 

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